E’ sabato. L’appuntamento è al Molo Pescherecci di Trapani, dove poco più di un mese prima ci eravamo salutati. Nino, lo skipper, è al solito tavolo con la solita birra e la solita sigaretta in mano. Senza farmi vedere, gli chiedo alle spalle se sa dove è ormeggiata Appassionatamente, la nostra barca. Si gira e il suo sorriso incontra il mio. Subito arrivano altre due birre, una per me e una per la persona insieme alla quale sono arrivato dall’aeroporto. Gli altri membri dell’equipaggio sono arrivati al mattino e sono andati a fare cambusa, per cui si chiacchiera un po’ prima di sistemarci in barca.
Quando anche gli altri arrivano, decidiamo che fare per la cena, dove Nino ci preannuncerà la sua intenzione di partire già la sera stessa verso mezzanotte, in modo da essere a ridosso della Sardegna nella giornata di lunedì, fare sosta una notte e affrontare le Bocche entro martedì a mezzogiorno: infatti, per quel giorno è prevista in arrivo una burrasca con venti a oltre 40 nodi.
Detto, fatto. Decidiamo coppie e turni di guardia, ceniamo, ci prepariamo e verso l’una togliamo gli ormeggi. La mia prima “lunga” è cominciata. All’inizio tutto bene poi, poco fuori il porto, ci accorgiamo che la luce di coronamento non va; la sostituiamo in navigazione e proseguiamo (questo viaggio sarà ricordato da tutti come "il viaggio delle lampadine" poiché tranne quella in testa d'albero, le sostituiremo tutte).
Non c’è vento inizialmente, quindi si va a motore e i turni si succedono senza problemi fino al mattino quando la prima alba è su un mare piatto come l’olio. Del vento in aumento previsto, neanche l’ombra, per cui procediamo a motore.
La giornata prosegue tranquilla; incontriamo più volte dei gruppi di delfini che ci accompagnano per lunghi tratti nuotando sotto la prua e alcune testuggini. Verso sera finalmente il vento sale e issiamo le vele; forse è l’inizio della depressione che porterà la tempesta prevista per martedì. Anche la seconda notte procede senza intoppi e nel tardo pomeriggio di lunedì, con un tramonto mozzafiato davanti agli occhi ancoriamo in una piccola baia vicino a Capo Coda Cavallo.
Da li, di buon’ora il mattino dopo partiamo e già poco dopo dobbiamo vestirci e mettere giubbotti di salvataggio e life lines. Verso mezzogiorno siamo all’inizio delle Bocche. Il mare e il cielo sono grigi. Il vento soffia forte da ovest; 20,25,30 nodi e sale. Il mare è ricoperto di schiuma, ma non c’è ancora tanta onda. Mettiamo ancora una mano di terzaroli, riduciamo fiocco e via. Al timone è il mio turno e mi diverto come un matto a cavalcare le onde col mare al traverso! Salire e poi surfare nel cavo dell’onda prima di orzare un po’ per affrontare la prossima...
Alle tre del pomeriggio siamo fuori. Tutto è andato bene e verso le cinque ormeggiamo al marina di Porto Vecchio, in Corsica. Qui resteremo fino all’alba di giovedì perché per la notte e il giorno dopo è prevista burrasca con mare grosso, pioggia e venti oltre i 40 nodi. Ne approfittiamo per visitare la città, rilassarci un po’ e rifornire la cambusa. All’alba di giovedì ripartiamo sotto una lieve pioggerellina che lascia però ben presto spazio a un bel sole. La coda della depressione ci ha lasciato un bel vento, che ci permettere di filare veloci fin quasi all’altezza di Bastia per poi lasciarci poco a poco. L’ultima notte scorre tranquilla e venerdì nel primo pomeriggio, sotto un caldo sole arriviamo a Portovenere.
Abbiamo percorso più di 500 miglia e sono molto contento di questa esperienza. Nino come al solito si è dimostrato un grande uomo di mare, dispensandoci consigli e raccontandoci i suoi aneddoti ed esperienze di navigazione, con quella sua voce roca e la tipica parlata siciliana. L’avventura si conclude con una bella cena, una bella bevuta e con i saluti del giorno dopo, prima di prendere ognuno la sua strada verso casa.