Il 2016 è iniziato come meglio non avrebbe potuto. Festeggiato in montagna l'ingresso nel nuovo anno, il giorno dopo mi sono imbarcato su un volo Ethiopian Airlines con destinazione Zanzibar, un arcipelago situato nell'Oceano Indiano, di fronte alla costa orientale della Tanzania, pochi gradi a sud dell'equatore. È costituito da due isole principali, Unguja (o semplicemente "Isola di Zanzibar") a sud, e Pemba a nord, e da oltre quaranta isole minori, tutte considerevolmente più piccole, alcune delle quali disabitate.
Data la posizione quasi equatoriale, il clima dell'arcipelago è nettamente tropicale, con temperature elevate tutto l'anno e due stagioni delle piogge, rispettivamente fra marzo e giugno (la maggiore) e fra ottobre e dicembre-gennaio (la minore).
Era ormai molto tempo che non andavo più in Africa, in particolar modo in quella australe. I ricordi di quei luoghi meravigliosi erano quasi sopiti, ma è bastato che si aprisse il portellone dell'aereo per far si che tornassero prepotentemente alla memoria.
L'aria calda e umida, il sole limpido in un cielo azzurro costellato da bianchissime e innocue nuvole. La sua luce accecante che staglia ombre scure e nitide. Il profumo che si sente e si respira. Uscito poi dall'aeroporto, salito sul taxi che mi portava a destinazione ed entrato nel caos tipico delle città africane mi sono sentito praticamente "a casa". Odori, rumori e quel meraviglioso caos colorato e organizzato che contraddistingue le strade e i mercati africani ha riempito subito i miei sguardi.
Una volta a destinazione, nei giorni a seguire ho potuto constatare di persona tutto quanto di bene e bello mi era stato detto di questo posto. Un'isola verdissima, lussureggiante, con delle spiagge e una barriera corallina incontaminate. Gente allegra e cordiale, clima meraviglioso che ti fa stare davvero bene in qualsiasi ora giorno.
Nelle foto che seguono alcuni scatti che possono provare a descrivere la bellezza e la magicità di questo luogo...